lunedì 26 settembre 2016

Quasi quasi m'innamoro


Quasi quasi m’innamoro (Piemme) è il romanzo d’esordio di Anna Mittone, sceneggiatrice di fiction tv di successo come Un posto al sole, La Squadra, Elisa di Rivombrosa solo per citarne alcune. Un curriculum, il suo, garanzia di storie piene di intrighi amorosi e fantasia.
Protagonista del romanzo è Consolata, prototipo di caso umano al femminile, esasperato all’ennesima potenza: ha trentasette anni, è single per scelta di un altro, fa  la commessa in libreria nonostante una  laurea in lettere a pieni voti, non ha amici, non ha fascino, è goffa, ha una madre che la vorrebbe sistemata, passa molto tempo davanti alla Tv, insomma, Consolata è un caso disperato e ne è pienamente consapevole.
È giunto il momento per lei di una svolta. Consolata vuole innamorarsi e per farlo ci mette tutta la fantasia possibile  investendo del ruolo di principe azzurro non un vicino di casa ma un personaggio famoso, un divo della televisione: Morgan, ex-leader dei Blu Vertigo, cantante  nonché giudice di X-Factor. È questione di un attimo, il tempo di vedere una sua foto su una rivista e Consolata si ritrova in pieno delirio adolescenziale.

Questi i presupposti del divertente libro di Anna Mittone. Il romanzo rosa si snoda secondo due chiavi di lettura principali: da una lato c’è l’esistenza tragicomica di questa sorta di Bridget Jones nostrana, esistenza costellata di una serie di figuracce, capitomboli, umiliazioni che ne minano enormemente l’autostima ma che  la rendono al tempo stesso molto simpatica e umana agli occhi del lettore; dall’altro lato si coglie in tutto il romanzo un forte senso di solitudine, una condizione profonda e reale che sembra permeare ogni istante della vita di Consolata  perché in effetti  Consolata è e si sente molto sola, nella quotidianità così come nei momenti importanti o difficili della vita. La trama del romanzo non si discosta di molto da tanti altri romanzi rosa di successo e gli argomenti non sono certo una novità.  A dare una sferzata di freschezza alla storia ci pensa, però, l’improvvisa apparizione della figura di Morgan che, Consolata, in cerca di forti emozioni, trasforma da personaggio mediatico in espediente per  la propria rinascita personale.  In un certo senso lei cerca di ritrovare se stessa e di ricostruire concretamente la propria esistenza  partendo da quanto di meno tangibile esiste:  la fantasia. È una soluzione auspicabile? È un modo di fuggire dalla realtà? Ciascuno è libero di darne la propria interpretazione

(PuntiLuce, 2013)

4 commenti:

  1. Si è proprio vero, mi rivedo tantissimo nella protagonista. Spesso affronto periodi di grande solitudine e tristezza rifugiandomi nella fantasia. Questo succede quando non si hanno stimoli, quando non ti piacciono le persone intorno a te, quando vorresti dare una sferzata alla tua vita ma non ci riesci e allora mi butto sul letto e sogno di fidanzarmi con Leonardo di Caprio ahahah, bacio!!

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  2. in effetti Di Caprio non è niente male. Piace molto anche a me. Grazie :)

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  3. Già dal titolo mi ha convinta! bacio
    http://pazzadimoda.blogspot.it/?m=0

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