Quasi quasi m’innamoro (Piemme) è il romanzo d’esordio di Anna Mittone, sceneggiatrice di fiction tv di successo come Un posto al sole, La Squadra, Elisa di Rivombrosa solo per citarne alcune. Un curriculum, il suo, garanzia di storie piene di intrighi amorosi e fantasia.
Protagonista del romanzo è Consolata, prototipo di caso umano al
femminile, esasperato all’ennesima potenza: ha trentasette anni, è single
per scelta di un altro, fa la commessa in libreria nonostante una
laurea in lettere a pieni voti, non ha amici, non ha fascino, è goffa,
ha una madre che la vorrebbe sistemata, passa molto tempo davanti alla
Tv, insomma, Consolata è un caso disperato e ne è pienamente
consapevole.
È giunto il momento per lei di una svolta. Consolata vuole
innamorarsi e per farlo ci mette tutta la fantasia possibile investendo
del ruolo di principe azzurro non un vicino di casa ma un personaggio
famoso, un divo della televisione: Morgan, ex-leader dei Blu Vertigo, cantante nonché giudice di X-Factor.
È questione di un attimo, il tempo di vedere una sua foto su una
rivista e Consolata si ritrova in pieno delirio adolescenziale.
Questi i presupposti del divertente libro di Anna Mittone. Il romanzo rosa si snoda secondo due chiavi di lettura principali: da
una lato c’è l’esistenza tragicomica di questa sorta di Bridget Jones
nostrana, esistenza costellata di una serie di figuracce, capitomboli,
umiliazioni che ne minano enormemente l’autostima ma che la rendono al
tempo stesso molto simpatica e umana agli occhi del lettore; dall’altro
lato si coglie in tutto il romanzo un forte senso di solitudine, una
condizione profonda e reale che sembra permeare ogni istante della vita
di Consolata perché in effetti Consolata è e si sente molto sola,
nella quotidianità così come nei momenti importanti o difficili della
vita. La trama del romanzo non si discosta di molto da tanti altri
romanzi rosa di successo e gli argomenti non sono certo una novità. A
dare una sferzata di freschezza alla storia ci pensa, però, l’improvvisa
apparizione della figura di Morgan che, Consolata, in cerca di forti
emozioni, trasforma da personaggio mediatico in espediente per la
propria rinascita personale. In un certo senso lei cerca di ritrovare
se stessa e di ricostruire concretamente la propria esistenza partendo
da quanto di meno tangibile esiste: la fantasia. È una soluzione
auspicabile? È un modo di fuggire dalla realtà? Ciascuno è libero di
darne la propria interpretazione
(PuntiLuce, 2013)
Si è proprio vero, mi rivedo tantissimo nella protagonista. Spesso affronto periodi di grande solitudine e tristezza rifugiandomi nella fantasia. Questo succede quando non si hanno stimoli, quando non ti piacciono le persone intorno a te, quando vorresti dare una sferzata alla tua vita ma non ci riesci e allora mi butto sul letto e sogno di fidanzarmi con Leonardo di Caprio ahahah, bacio!!
RispondiEliminain effetti Di Caprio non è niente male. Piace molto anche a me. Grazie :)
RispondiEliminaGià dal titolo mi ha convinta! bacio
RispondiEliminahttp://pazzadimoda.blogspot.it/?m=0
grazaie Vanessa, fammi sapere! :)
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