Della mia mania di sottolineare vi ho già detto .
Come non parlarvi ora di “Prometto di sbagliare” di Pedro Chagas
Freitas, l’ultimo libro che ho sottolineato, forse più di tutti gli
altri? Forse l’avrete letto anche voi o forse vi sarete imbattuti in una
delle tante citazioni tratte da questo libro che imperversano sul web.
Questo romanzo, che poi un vero e proprio romanzo proprio non è, è
una sorta di bignami sull’amore in cui l’autore racconta l’amore in
tutte le sue connotazioni e sfumature. È una raccolta di tante
microstorie, a volte brevissime, che durano lo spazio di due o tre
pagine. Sono storie di amori giovanili e maturi, di amori tra genitori e
figli, di mogli e amanti, insomma storie d’amore che intendono
raccontare tutti gli aspetti di un sentimento tanto diffuso quanto
difficile da comprendere e da spiegare.
Impossibile non identificarsi in almeno una – o forse in più di una –
delle storie che questo scrittore racconta. Se come me amate
sottolineare, rigorosamente a matita, come faccio io, vi ritroverete un
libro pieno di frasi evidenziate – io ne ho sottolineate almeno tre una
pagina sì e l’altra anche – e non sono particolarmente romantica. Alcune
frasi, ve lo confesso, le ho trovate un po’ “da Baci Perugina”,
chissà, forse sarebbero perfette da declamare sotto un balcone, altre
invece le ho trovate di grande profondità.
Vi riporto qui uno dei passi che ho sottolineato. Buona lettura.
“L’estate finisce e il mondo ricomincia. Le strade si riempiono di
gente frettolosa, che pensa al modo migliore di perdere la vita per
riuscire a guadagnarsela. In questi momenti dell’anno mi piace capire
cos’è che muove la gente, cosa le scorre nello sguardo, cosa la obbliga a
non demordere. Mi siedo alle fermate degli autobus, nelle sale d’attesa
degli ospedali, in bar più o meno frequentati, sulle panchine dei
parchi dove vite finite si uniscono per celebrare con meno dolore la
fine del percorso. E quello che accade è la verità. Un uomo ha appena
abbracciato una donna. Non so l’età di lui né quella di lei, perché
l’abbraccio che si danno lascia intravedere solo un’ombra diffusa. È
come se riuscissimo a sparire l’uno nell’altro, e se questo non è il
modo migliore di amare, allora non so. Poi un bambino curioso cerca
qualcosa dietro le piante del parco. Sa che non può, ma lo fa. Sposta
una pianta, poi un fiore, guarda con la coda dell’occhio cercando di non
farsi beccare. E ci riesce. È una palla, piccola ma è il pianeta intero
di quel bambino, ciò che lo rende felice. E c’è tutta una filosofia in
un bambino che, pur sapendo che è proibito, cerca una pallina
insignificante che per lui vale tutto, dietro le foglie intoccabili di
un giardino. I bambini sono i migliori maestri di vita che Dio abbia
creato, secondo me sono addirittura il dopo degli adulti, l’evoluzione
di ciò che sono gli adulti”.
(già pubblicato in codcast channel)
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